La linea editoriale dedicata al binomio Cultura e Crescita attraversa le collane di IBUC ed è diretta alla documentazione e promozione del valore culturale, storico, artistico dei tesori italiani, tra cui le eccellenze produttive di diversi settori economico industriali e le numerose ricchezze d’interesse turistico ed economico del nostro Paese ancora sconosciute al grande pubblico. Non è un messaggio di ottimismo quello che vede in tali risorse il modo per ottenere una programmazione economica positiva in un Paese in grave decrescita, come il nostro nel 2012. L’emersione dei patrimoni dimenticati o sottovalutati per la presenza di eclatanti patrimoni vicini, è un’attività a cui molte aziende, amministrazioni locali, associazioni culturali e privati cittadini hanno dedicato tempo e lavoro negli ultimi lustri, spesso con un buon grado di successo. Purtroppo, però, un poco su tutto il territorio nazionale, tali sforzi non sono quasi mai stati seguiti da un opportuno, sostenibile sfruttamento economico, che portasse quelle insorgenze interessanti all’attenzione di un vasto pubblico, un pubblico di fruitori non soltanto tecnico e specialistico ma anche turistico-economico.
Sappiamo che la problematica ha vari aspetti e che, se da una parte essa trova una difficoltà di composizione dovuta a campi culturalmente e professionalmente separati nel nostro Paese da elementi politici (la cultura è “di sinistra”, l’economia è “di destra”) ed esperienziali (il principio rozzo ma diffuso nella civiltà italiana del secondo dopoguerra, di un mondo delle “cicale” – l’arte, la cultura, l’intrattenimento nelle sue diverse forme – e di un mondo delle “formiche”, al lavoro nel secondario e nel primario…), dall’altra vi sono degli aspetti di geografia socioeconomica che inducono a una pianificazione differente e contrastante alle due differenti latitudini del paese.
Il nord, con l’area padana a enorme intensità industriale e agricola, ancor’oggi tra le prime 10 aree a più elevata economia del globo, ha difficoltà a compendiare industria e turismo; il sud invece mostra enormi resistenze all’infrastrutturazione di un’industria turistica sana e legale, per il secolare conflitto tra istituzioni legittime nazionali e statali e la presenza invasiva della criminalità organizzata che travaglia la società civile.
Se ne deduce che lo stesso Stato, con le amministrazioni territoriali, dovrebbe impostare strategie differenti per i diversi contesti: soltanto dall’annullamento della contrapposizione 1. industria/turismo al nord e 2. infrastrutturazione turistica/criminalità organizzata nel sud potrà derivare una nuova stagione italiana di sviluppo economico, al seguito di ciò che è da sempre l’attrattiva dello Stivale, le sue ricchezze incalcolabili di arte, cultura e civiltà e le sue favolose qualità di clima e natura.
Con gli studi, ricerche, strumenti, esperienze di “Cultura e Crescita”, IBUC intende evidenziare opportunità e rischi, ricchezze e problemi di un percorso di rafforzamento dell’economia e dell’identità italiana attraverso il valore della cultura e della civiltà, sia nell’industria che nel turismo, per una maggiore dignità, coscienza e benessere dell’Italia tutta.