Nella tempestosa fase culturale d’oggi, con l’antropocene che imperversa e la globalizzazione che ci scuote, il percorso di mille anni della lingua italiana, con la sua diffusione e bellezza, sembra esposto a gravi rischi.
In tale temperie, riteniamo dovere primario dell’editoria sostenere la “vivezza” (N. Tommaseo) del patrimonio costituito dalla lingua italiana, scritta e letta da oltre sessanta milioni di persone nei Paesi ove è lingua nazionale (Italia e Svizzera) e da alcune altre decine di milioni nel mondo. Riteniamo essenziale per la nostra iniziativa editoriale sostenere, insieme ai tratti millenari della lingua italiana, il “volto della propria età” (S. Battaglia, 1961, Presentazione del “Grande Dizionario della Lingua Italiana”), cioè quella produzione originale madrelinguistica che è l’istanza dinamica della lingua italiana in saggistica e, soprattutto, in letteratura.
IBUC riconosce che l’attenzione alla cultura di altre lingue è sempre importante e quanto mai utile al giorno d’oggi e, benché purista, fa suo il concetto dell’oculata contaminazione con le altre lingue. Nel mondo globalizzato occorrono lingue di comunicazione planetaria, come ad esempio l’inglese nel linguaggio della scienza, degli affari o di internet. Nell’italiano contemporaneo, non disprezziamo le tecniche di scrittura veloce di chat line, forum e blog, diffuse soprattutto tramite i social network di internet, e nemmeno la pratica della scrittura estemporanea propria dei messaggi brevi utilizzati molto per la via telefonica, come sul canale leader whatsapp: essi possono costituire strumenti di adeguamento della lingua ad attuali esigenze di significazione.
Crediamo però che la lingua si appoggi soprattutto ai generi classici della scrittura (letteratura e saggistica), i quali si avvalgono di lessico e strutture grammaticali e sintattiche in gran parte di tipo permanente. Perciò gli autori scelti da IBUC, dotati d’inalienabile libertà artistica e scientifica, potranno usare nelle loro opere neologismi, termini stranieri (con la segnalazione in corsivo) e forme verbali innovative: sarà tuttavia cura di IBUC riconoscere a ciò l’istanza dinamica di “volto della propria età”, cioè di migliore capacità espressiva drammaturgica o scientifica nella lingua italiana.
Soltanto le scritture originali in madre lingua, e non le traduzioni, possono compiere il delicato lavoro creativo che alimenta la lingua realmente “viva”, dotata cioè di capacità evolutiva e significante, da cui discende anche la sopravvivenza di un parlato efficace per l’espressione di sentimenti e racconti.
Dunque, le opere che IBUC presenta sono scritture originali in lingua italiana, corrette nell’uso linguistico, espressione del “volto della propria età” in termini comunicativi. Inoltre, sono caratterizzate da contenuti idonei all’esportazione e, per la letteratura, da precisi assetti drammaturgici che qualificano il testo nella sua funzione specifica d’intrattenimento non solo corrente, ma anche esemplare.
Ecco perché ci chiamiamo IBUC: Italian Books Unbonding Company, la Casa Editrice che slega, libera, il libro italiano. Un acronimo inglese che dice che la nostra battaglia si combatte dentro e fuori i confini dei parlanti l’italiano.
E da editori veri, cioè da ultimi scrittori e primi lettori:
- studiamo il momento storico e identifichiamo i temi d’interesse;
- cerchiamo i testi e gli scrittori di madrelingua italiana;
- indirizziamo (strategia testuale), correggiamo (revisione testuale ed editing), vestiamo editorialmente (impianto di pagina e di testo, copertina, veste tipografica, inserimento nelle nostre collane, ISBN, …) le opere;
- promuoviamo le opere tra i lettori con tutte le nostre forze e le vendiamo;
- paghiamo con i nostri risultati commerciali gli scrittori per il loro eroico lavoro, per le loro famiglie e perché la loro vita e la loro scrittura sono l’unica condizione di vivezza della lingua italiana, valore comune e individuale indiscutibile di oltre cento milioni di persone per cui l’italiano è la forma principale di comunicazione verbale e scritta.
Rivendichiamo per gli scrittori in italiano uno spazio vitale sui mercati e in particolare sui mercati di quei Paesi ove la lingua italiana è lingua nazionale. Infatti, l’allarme è che gli spazi commerciali lasciati alle opere di madre lingua italiana sono insufficienti per fare riprodurre una lingua viva. La causa è l’invasione di opere tradotte, soprattutto dalla lingua inglese e spagnola, ma anche portoghese, francese e tedesca, dovuta alle strategie dei tre gruppi editoriali leader nell’italiano, che, per motivi di business, comportandosi come un cartello, prediligono l’importazione di opere di altre lingue al lancio più rischioso di scrittori in italiano, e così saturano il mercato. Ma in tal modo sacrificano la vitalità della lingua italiana.
Dobbiamo difendere la lingua italiana, e lo dobbiamo fare sul mercato.