Leggere, e leggere e-book

In un oggetto più piccolo di un libro ne stanno racchiusi migliaia. I lettori di e-book presto s’integreranno con telefoni e computer portatili, costituendo un unico tascabile dalle molte funzioni.
Nell’e-book il transito degli scritti è molto agevole e diretto: uno scrittore scrive e un lettore legge, potenzialmente senza editori e distributori di mezzo. La rete fa tutto. Una bella ubriacatura di anarchia letteraria e anche di libertà e di comodità. Di fronte a ciò, però, la letteratura trema: il processo letterario transita per il lavoro dello scrivere, ma anche per quello del leggere criticamente, del correggere e del proporre al pubblico dei lettori. Ciò richiede almeno due soggetti diversi: l’autore (detto “il primo scrittore”) e l’editore (detto “ultimo scrittore e primo lettore”); se quest’ultimo non c’è, la letteratura quasi sempre muore (per averne conferma, leggere con occhio critico qualcosa su: www.ilmiolibro.it). Dunque, la grande innovazione del libro elettronico, facilitando il percorso tra primo scrittore (l’autore) e secondo lettore o produttore (il pubblico) salta due passaggi: quello dell’ultimo scrittore e quello del primo lettore, con effetti statisticamente disastrosi sul piacere del testo e sulla letteratura. Ciò non succederà se la produzione e-book avverrà attraverso il medesimo processo dell’editoria cartacea di qualità, ma la tentazione d’eluderlo è forte, e in rete gli effetti si vedono.
In parte, succederà al libro cartaceo ciò che è successo alla pittura con la fotografia: l’abbandono del vasto campo della documentazione oggettiva. Ritratti, nature morte, paesaggi hanno lasciato in massa tele e tavolozze per passare a dagherrotipi, camera oscura, digitale. Ciò nulla toglie al fascino della pittura d’epoca, alla meraviglia dell’incontro tra mano, colore, lavoro, stile, padronanza totale della figura e delle geometrie, ma ne circoscrive diversamente il senso.
In parte, succederà al libro cartaceo ciò che è già successo all’abbigliamento con il passaggio dalla sartoria al prêt a porter. La differenza sembra minima e spesso l’aspetto funzionale è risolto bene o meglio, ma ciò nulla toglie all’agio di una fattura su misura, con tessuti scelti per l’uso e la nostra mano, per dire di sé. Indiscutibilmente, però, ne restringe il campo.
Una buona parte della saggistica, della scrittura scientifica già oggi evita la carta. Ed è giusto, come non prendere il transatlantico per raggiungere l’America (pur riconoscendo il fascino di storia e natura della traversata transoceanica): perciò IBUC produce e-book di saggistica.
Se si capisce il fenomeno della lettura d’intrattenimento di tipo artistico, cioè della letteratura alta, si può capire perché IBUC invece non consiglia l’e-book per l’alta letteratura e lascia all’accordo con l’autore l’eventualità della sua produzione. Infatti, leggere letteratura artistica è come guardare pittura o scultura, come ascoltare concerti dal vivo, assistere a spettacoli teatrali di prosa o balletto. Nella letteratura, la scena e i retroscena sono a disposizione nelle nostre mani, nel libro cartaceo, perfetto supporto per la lettura delle parole, veicoli di fantasia per tutti i sensi e di riflessioni atemporali nella grande arte letteraria. E senza particolare pirateria!
L’e-book sta comunque incrementando il mercato della scrittura. I dati parlano di molti punti percentuali conquistati dall’e-book sul totale, ma anche di alcuni punti guadagnati dal totale mercato dello scritto. Il saldo è dunque meno tragico per i librai di quel che si vuol far credere. Il testo scritto rimane alla base del cinema, e anche la fotografia, avvertita la crisi di spessore artistico causata della totale riproducibilità tecnica e dell’inarrestabile diffusione nel mondo digitale, chiede sempre più spesso arricchimento esclusivo alla scrittura.
Ecco perché ci chiamiamo IBUC. Non è soltanto un acronimo risorgimentale, inglese perché consapevole che la nostra battaglia si combatte dentro e fuori i confini dei parlanti l’italiano. IBUC intende ricordare che l’esperienza della letteratura è migliore con la carta e la stampa. Perché per l’arte non c’è consumo ma solo una fruizione che, nel caso della letteratura, dev’essere delicata, dolcemente faticosa, emozionante, impegnativa come portare in tasca un solo libro anziché migliaia, per degustare la letteratura nel suo infinito intrattenimento. Che è esattamente infinito come il nostro spirito, da vivere nei modi che gli sono più appropriati: dunque, meglio, con il libro.

LA LETTERATURA È L’ESPERIENZA, IL LIBRO IL MIGLIOR PALCOSCENICO