IBUC distribuisce ovunque attraverso le vie postali essendo presente, con le sue opere attentamente selezionate e realizzate, sul “Catalogo generale dei libri in commercio”.
È una scelta e una necessità.
È una scelta perché la vetrina di IBUC è in internet e tramite la rete possono essere ordinate le sue pubblicazioni, con la consegna gratis oltre 50 euro di ordine.
È una necessità perché la distribuzione sul principale mercato dell’italiano, l’Italia, è praticamente impedita dai tre grandi gruppi editoriali, che controllano non soltanto l’offerta di opere sul mercato (privilegiando oltretutto quelle straniere) ma anche il sistema distributivo dell’Italia, possedendo le principali aziende di distribuzione e condizionando di fatto il comportamento commerciale delle poche altre unità distributive nazionali autonome.
In questa situazione, IBUC non può avvalersi di queste fondamentali realtà della catena del valore editoriale, le quali o si rendono indisponibili o pongono condizioni irragionevoli alla collaborazione operativa. Questo refrattario comportamento dell’esiguo numero di aziende di distribuzione nazionale libraria fuori dal controllo finanziario ed economico dei grandi editori italiani, è spiegabile attraverso l’egemonia sul mercato attuato dal cartello dei tre principali editori. Attuando un governo serrato delle leve commerciali del settore (offerte di titoli, promozione e pubblicità, prezzi e presenza dei titoli nella gran parte dei punti vendita, spesso espressione di catene di proprietà), i grandi editori inducono di fatto la rete distributiva “libera” (che svolge, come l’altra, la funzione della consegna e della vendita al dettagliante, piccola libreria o catena, cioè il cosiddetto sell-in) ad accettare unicamente le loro proposte editoriali, attuate non soltanto attraverso i marchi più conosciuti quali Mondadori (che possiede Einaudi, Piemme, Sperling & Kupfer, Electa, Bompiani, Adelphi, Sonzogno, ecc.), Feltrinelli e le maison che fanno riferimento al gruppo Mauri – Spagnol (Garzanti, Longanesi, Vallardi, Fazi, Salani, Nord, Boringhieri, Bollati, Guanda, Corbaccio, e altre) ma anche attraverso un grande numero di case meno conosciute comunque collegate ad essi in modo diretto o indiretto, tramite accordi strategici. Per un’iniziativa editoriale libera e non coordinata con le strategie del cartello dei monopolisti, diviene quindi nei fatti impraticabile ogni tipo di distribuzione organizzata per l’intero territorio nazionale. Le conseguenze sono disastrose per le economie di scala e la conseguente sopravvivenza economica dell’editore libero.
IBUC ritiene che le cose debbano cambiare.
E sta progettando diversi, rivoluzionari sistemi distributivi del libro, che potrebbero fare saltare le sbarre della prigione editoriale italiana, infrangendo le logiche monopolistiche che
• hanno impedito l’armonioso sviluppo del settore e le conseguenti proposte di opere ai lettori;
• hanno causato l’ingigantirsi del fenomeno vanity e del numero delle minuscole case editrici;
• hanno favorito la scarsa attitudine alla lettura da parte degli italiani;
• hanno costretto i lettori a fruire sempre più di traduzioni e sempre meno di testi “freschi” sia dal punto di vista dei contenuti sia dal punto di vista delle preziose magie della scrittura originale in madrelingua italiana.