Lettura di “l’Amore di Mairèad” di Sergio Bevilacqua

Sydney, Bondi, aprile 2203.

Passarono giorni e mesi e la storia d’amore tra Mairéad e Bruce Raphael viaggiava sempre più decisamente verso la stratosfera del sentimento. Come accade nei rapporti di vero amore, il lungo veleggiare li aveva portati di fronte a un ostacolo, un ostacolo da superare.

A Mairéad non piaceva tradire.
Si sentiva sporca e bassa a farlo. E, per come stavano andando le cose, si sentiva così ora che tradiva Sylvia e, continuando ad avere contatti con lei, tradiva anche Bruce.
Bruce era molto paziente, capiva benissimo quanto Mairéad stava facendo, sapeva anche in quale modo lei stesse intelligentemente lavorando per loro due, per il loro futuro. Quindi, pur alternando umanissimi momenti di insofferenza, aveva deciso di lasciarla fare: lei avrebbe trovato la via migliore per risolvere tutto.
Mairéad pensò che la prima cosa da fare era rompere l’incantesimo di quanto viveva con Sylvia. Amava, tra le altre qualità di Bruce, la sua solidità psicologica: la stimava molto e decise che l’avrebbe usata per “giustiziare” la storia con la Sylvester. E una sera di aprile, lo volle a casa sua. A dimostrazione della sincerità del suo cuore, del suo naturale innamoramento, nella semioscurità di quella notte di luna volle aprirgli uno squarcio sulla sua intimità di femmina gynekiana: gli volle mostrare come teneva i rapporti con Sylvia Sylvester, cercando, con suprema purezza, un aiuto da lui per risolvere quel versante del suo essere innamorata. Stava porgendo al ceppo la testa di quell’amor-che-fu: e che rotolasse, recisa!
Lei gli era seduta accanto, sul divano, davanti alla vetrata.
Lui le aveva parlato fino a un attimo prima, quando Mairéad gli aveva chiesto scusa, con un sorriso: si sarebbe assentata per qualche istante.
Mentre lasciava il salotto, lo aveva osservato un’ultima volta: lui guardava l’oceano calmo, il cielo sereno sopra le increspature del mare e non sospettava nulla.
Prevaleva, nella penombra, una specie di blu.
Mairéad sapeva con precisione quale musica lanciare nell’aria: “Kind of Blue” di Miles Davis, perché era, come lei quella sera, coraggiosa, sottile e incoraggiante. Mentre era nella stanza accanto e si stava spogliando nuda, pensava all’espressione di lui, sommerso in quelle note e in quell’attesa…