Ventisette, ventotto, ventinove, ventinove A, window. Bene, finestrino.
Si sedette sulla poltroncina. Sistemò la giacca, poi estrasse dalla borsetta una rivista e cominciò a sfogliarla. Fuori era buio, solo una luce lampeggiante manteneva un contatto con il resto del mondo.
Si accomodò la gonna, respirò profondamente, si guardò intorno. Ancora qualche minuto e si sarebbe sollevata in volo sola, verso l’Africa misteriosa.
Un tuffo nel caldo.
Un ragazzo le si era seduto accanto. Non tardò a capire, udendone l’accento, che era bolognese.
“Buon giorno, facciamo il viaggio assieme. Anche lei sola?”
“Buona sera” rispose Sandra. Un po’ grezzo, pensò, osservandone l’abbigliamento; ma sembra simpatico.
“Mi chiamo Franco, e lei? Sandra? Ho avuto una fidanzata che si chiamava Sandra! Adesso non ce l’ho più, sono un single! Mai stato così bene! Dov’è che va? Malindi? Ah, sì, conosco benissimo! Ci sono già stato diverse volte, almeno due o tre. è la prima volta che ci va lei? Be’, non si sbaglia, sa? No, non è che non ci sono posti migliori, le Maldive, per esempio. Sono sempre il mare più bello. Sri Lanka è favoloso ma pieno di bestie. Non le fanno mica schifo i varani? Be’, sì, il massimo rimane la Polinesia, ma è sconsigliabile se non si hanno a disposizione almeno tre settimane. Solo di volo, se le va bene, sono ventidue ore, con scalo a Los Angeles…”
Lo trovava divertente. E poi dicono che sono le donne ad avere la chiacchiera facile! Bene, di certo non correva il rischio di annoiarsi, questo no. Il pericolo era di non dormire. Pastiglia o non pastiglia in volo avrebbe potuto al massimo sonnecchiare qualche ora, dormire certo no.
“Sì, guardi, … posso darti del tu? Bene, Sandra, Malindi per molti versi è il meglio, credimi. Mare non eccezionale, tutto corallo… no, niente orecchini, solo roccia, da fare attenzione a non tagliarsi. Però con i villaggi vai sul sicuro. E la gente… i negri, simpaticissimi. Poi, delle feste…”
“Allora lo conosci bene, come posto?”
“Se lo conosco? Ma non mi hai detto in che villaggio vai!”
“Simba Simba”.
“Simba Simba? Che combinazione! è il mio! Ci faremo compagnia” esclamò, strizzandole l’occhio.
Simpatico e belloccio, pensò Sandra, proprio niente male. Niente di più, ben inteso. Niente avventure. Due risate e un long drink dopo la discoteca, o invece della discoteca. Nient’altro.
“Perché no? Mi racconterai delle usanze del posto, Franco. Sì, è la prima volta che ci vado…”
“Mai stata in Africa, prima?”
“Qualche anno fa in Costa d’Avorio…”
“Lasciala perdere! Non c’è confronto. Ad Abidjan poi c’è un tale odore nell’aria…qui invece è il paradiso”.
“Sì, è vero, là non mi era piaciuto in modo particolare”.
“Poi la gente. Sai, qui impari pure a parlare un po’ di swahili. Hakuna Matata, Sandra” strinse l’occhiolino, ammiccando.