Un proverbio magrebino dice “nessuna carovana raggiunge l’utopia ma è l’utopia che fa andare le carovane”. Occorre quindi avere un ou tòpos “un non luogo” verso cui poter camminare ma occorre anche imparare l’arte del camminare e mantenere poi il desiderio di continuare a farlo. A volte la malattia, soprattutto quella psichiatrica, ci preclude queste possibilità. Si è fortunati quando si incontra qualcuno che sia disposto a sperimentare assieme a noi nuove modalità per riprendere il cammino. Questo libro rivela alcune di queste modalità che vanno dall’impiego di varie forme di arte, alla riacquisizione di gesti della quotidianità fino alle forme di psicoterapia più complesse.
Si tratta anche e soprattutto di un libro sui gruppi ed è frutto del lavoro e della collaborazione di diversi gruppi, che non solo sono stati fonte di ispirazione, ma che hanno anche collaborato alla stesura del testo: un ulteriore lavoro gruppale.
Risulta chiaro come sia possibile, ancora oggi, fare psicoterapia all’interno dei servizi pubblici e quanto sia auspicabile continuare a farla.
Dalla lettura di questo testo dovrebbe anche emergere un’idea di psichiatria di comunità sufficientemente buona da essere attuata senza passare necessariamente attraverso slogan o grandiose esposizioni, bensì attraverso un faticoso lavoro, per lo più silente, teso alla costruzione e alla manutenzione di una quantità immensa di relazioni su tanti dei differenti e variegati piani della mente umana.
Prezzo: | €15,00 |
ISBN: | 9788-898355-28-0 |
Descrizione
Un proverbio magrebino dice “nessuna carovana raggiunge l’utopia ma è l’utopia che fa andare le carovane”. Occorre quindi avere un ou tòpos “un non luogo” verso cui poter camminare ma occorre anche imparare l’arte del camminare e mantenere poi il desiderio di continuare a farlo. A volte la malattia, soprattutto quella psichiatrica, ci preclude queste possibilità. Si è fortunati quando si incontra qualcuno che sia disposto a sperimentare assieme a noi nuove modalità per riprendere il cammino. Questo libro rivela alcune di queste modalità che vanno dall’impiego di varie forme di arte, alla riacquisizione di gesti della quotidianità fino alle forme di psicoterapia più complesse.
Si tratta anche e soprattutto di un libro sui gruppi ed è frutto del lavoro e della collaborazione di diversi gruppi, che non solo sono stati fonte di ispirazione, ma che hanno anche collaborato alla stesura del testo: un ulteriore lavoro gruppale.
Risulta chiaro come sia possibile, ancora oggi, fare psicoterapia all’interno dei servizi pubblici e quanto sia auspicabile continuare a farla.
Dalla lettura di questo testo dovrebbe anche emergere un’idea di psichiatria di comunità sufficientemente buona da essere attuata senza passare necessariamente attraverso slogan o grandiose esposizioni, bensì attraverso un faticoso lavoro, per lo più silente, teso alla costruzione e alla manutenzione di una quantità immensa di relazioni su tanti dei differenti e variegati piani della mente umana.
Informazioni
Autore | Giorgio Magnani |