Ancora uno stupendo esercizio letterario di Pierluigi Selmi. Con lo spunto fantastico della scoperta di una nuova pietra filosofale, lo scrittore modenese riordina la cosmogonia politico-economica del mondo prossimo venturo, tracciando ritratti intenzionali di personalità e Stati. E mentre tycoon e politici si confrontano a colpi di fantatecnologia, la vita scorre attraverso il piacere umanissimo della tavola e dell’alcova, come a sollecitare una domanda: l’umano si salverà dalle diatribe, sempre più forti, per il potere nel mondo? Fino all’ultimo la risposta dovuta ci tiene sospesi: sarà Jus primae noctis o Utopia? Leggete che cosa ne pensa Selmi e, poi, riflettete…Un giorno il mondo si sveglia e scopre che la Cina è sbarcata su Marte, che la navetta è bloccata da un incidente ma riesce a rientrare riportando sulla Terra delle pietre misteriose. Attorno a queste pietre si scatenano gli interessi di tutti, le grandi potenze e le grandi lobby, ma anche i giochi di potere degli stessi cinesi. Una delle pietre viene rubata e un corriere, un ex agente dei servizi cinesi, di madre vietnamita e padre legionario di origine italiane, accetta l’incarico di trasferirla in occidente. L’attività è molto pericolosa e il corriere cerca un posto per nascondersi. Cosa c’è di meglio che cercare protezione nella nazione del padre? All’ombra della torre bianca che si affaccia sulla grande piazza, si svolgono molte azioni, comprese quelle che accompagnano verso la conclusione, inaspettata e improbabile. Un esercizio di fantapolitica che proietta nel futuribile le paure, le fobie, i sogni, le aspirazioni e i desideri dell’umanità dei nostri giorni.