
Anastasia Marcucci così scrive di se': “Del mio viso suggestivo e non colpevole non faccio vedere quasi niente se non la grande bocca rossa in un bluff di seduzione, in una provocazione inutile, un invito a piaceri simulati, io ricordo solo platealmente una donna.
E' solo guardando e accarezzando i miei capelli sciolti e le mie labbra che so di essere una donna. Somiglio al travestito Agadro che nel film di Almodòvar dice “uno è autentico solo se somiglia al sogno che aveva di se” era questo il mio sogno di bambina? Sembrare senza mai essere, vivere senza esistere, uscire dalla mia vita per entrare in quella degli altri?”