Dagli anni ’60, in Unione Sovietica e negli Stati Uniti, gruppi di scienziati erano impegnati a mettere a punto applicazioni che si riferivano alla teoria fisica dei quanti. “Un cuoco quasi fritto” è un’altra avventura dello chef modenese Giovanni Cancellieri, inseguito a Bangkok da un mandato di cattura per avere ucciso due prostitute, madre e figlia, che esercitavano in viale Gramsci a Modena. Sembrerebbe un normale fatto di sangue: la polizia segue le solite piste ma non fa passi avanti. Il vicequestore Anfuso incaricato delle indagini, non sa che pesci pigliare. In quei giorni il Presidente del Consiglio è colpito da ictus e il mondo della politica è in ebollizione, come l’acqua per la pasta. Che cosa c’è di meglio che scodellare il colpevole dell’efferato delitto, per distogliere l’attenzione dalla malattia del Presidente? All’inettitudine della Polizia si affianca la spregiudicatezza dei servizi segreti, e scatta una falsa accusa contro uno a caso, il cuoco internazionale Cancellieri appunto, la cui unica fortuna è di trovarsi all’estero all’epoca dei fatti. E all’estero rimane. Un giornalista della Gazzetta di Modena, Ascanio Martinelli, cerca di scoprire perché se la prendono tanto con lui e, passo dopo passo, entra in un labirinto che lo porta a Mosca a scoprire un gioco feroce e imprevedibile. Ascanio è dotato di curiosità inesauribile così continua l’indagine e scopre…